Tradizionale 1926 - P. Pizzicaria / R. Balzani
«Fiorivano in tempi non troppo remoti figure singolari che rappresentavano una singolare umanità, tra cui spiccavano i "capannari", ossia i proprietari di capanne sul fiume, utilizzate dai bagnanti, i "barcaroli", che trasportavano in barca persone e merci, ed i "fiumaroli", persone che vivevano sul fiume, dal quale, con lavori diversi, traevano sostentamento». L. Prinzi.
Avevamo deciso di evitare la musica di inizio novecento, che si rifà in forma colta alla tradizione popolare ottocentesca a cui cerchiamo di fare costante riferimento. Ci siamo invece imbattuti in una canzone che non è solo un simbolo, ma scatena un momento di coesione emotiva che va al di là della valenza della canzone stessa e del senso di cosiddetta "romanità":... quando qualcuno si alza nella sala e grida "Fate er barcarolo!", si crea una atmosfera collettiva di grande partecipazione emotiva. Però paradossalmente... anche se tutti i romani la cantano nella culla, quasi nessuno ne conosce il testo oltre la prima strofa!
Quanta pena stasera
c'è sur fiume che fiotta così
disgraziato chi sogna e chi spera
tutti ar monno dovemo soffrì.
Si c'è n0anima che cerca la pace
pò trovalla sortanto che qui...
Er barcarolo va controcorente
e quanno canta l'eco s'arisente
si è vero, fiume, che tu dai la pace
fiume affatato fajela trovà...
Più d'un mese è passato
che 'na sera je dissi: "Nine'...
quest'amore è ormai tramontato"
lei rispose: "Lo vedo da me..."
Sospirò, poi me disse: "Addio amore...
io però nun me scordo de te!"
Je corsi appresso ma nun l'arivai
la cerco ancora e nun la trovo mai
si è vero, fiume, che tu dai la pace
fiume affatato fajela trovà...
Proprio in fondo ar battello
s'ode un grido ed un tonfo più 'n là
s'ariggira che fa 'n mulinello
poi va sotto e riassomma più 'n là
"Voga, presto, è 'na donna affogata
poveraccia, penava, chissà..."
La luna da lassù fa capoccella
rischiara er viso de Ninetta bella
cercava pace e io je l'ho negata...
fiume bojaccia je l'hai data tu!